
Come creare un reparto marketing interno
Giugno 18, 2024Decidere se svolgere attività di marketing internamente o delegarle a un’agenzia esterna può essere una scelta cruciale per la tua azienda.
In questo articolo, esploreremo le differenze tra marketing interno ed esterno, delineando quali attività è meglio gestire internamente e quali affidare a esperti esterni.

Mi spiace, avere un reparto marketing interno non eliminerà la necessità di agenzie esterne, ma vedrai che migliorerà le performance dell’attività.
Come regola generale, le attività strategiche, continuative o che richiedono velocità di intervento, devono rimanere all’interno.
All’esterno vanno tutte le attività una tantum, ad esempio la realizzazione di un sito o un ecommerce (il setup della piattaforma, mentre i contenuti sono in capo al team marketing interno).
A seguire uno schema esemplificativo di come gestire specifiche attività.
- Strategia: Tu, team interno e consulente esterno
- Sito web, ecommerce: Costruzione agenzia dedicata, contenuti team interno
- Social: Team interno
- Lead Generation: Team interno assistito da Specialist
- Outreach: Team interno assistito da Specialist
- Sondaggi: Team interno
- Cataloghi, brochure: Team interno
- Materiale commerciale: Team interno
- Rebranding: creazione agenzia dedicata, applicazione team interno
La strategia, come ti dicevo, è un’attività in capo alla direzione aziendale, assieme al team interno, ed eventualmente ad un consulente esterno se è una cosa molto complessa che richiede la ristrutturazione completa dell’azienda.
Le attività continuative come i social devono essere seguite dal team interno, così come le newsletter, così come sondaggi alla clientela e comunicazione verso i collaboratori.
Poi ci sono i casi specifici: se hai prodotti standard e produci tanti cataloghi, costruisciti un team interno che se ne occupi.
Un trend che stiamo vedendo, che porta grandi risultati -e non piace molto alle agenzie-, è utilizzare queste agenzie per il cosiddetto Done With You (DWY).
Cos’è il Done With You? Nel mercato del marketing e comunicazione ci sono due grandi branche che sono il Done With You e il Done For You (DFY).
Il Done For You è il modello più tradizionale e comunemente utilizzato, io agenzia ti faccio il lavoro, ma tu non vedi come, ti produco un risultato, a te è completamente opaco come lo sto facendo, anche per motivi organizzativi, non per cattiva fede.
Mentre nel Done With You io agenzia-consulente ti accompagno e costruiamo il risultato assieme, così il tuo team si porta in casa le competenze, evitando però i tempi e costi di imparare da zero.
Oggi la tendenza è commissionare a società esterne attività specializzate complesse, ad esempio il lancio di una campagna di lead generation avanzata o un’operazione di outreach multicanale.
Praticamente l’attività viene creata dall’agenzia in collaborazione con il team aziendale, che man mano prende in mano l’attività. Ovviamente questo approccio va chiarito preventivamente e spesso avrà un costo superiore al puro Done For You.
È una tendenza americana, ma vediamo che sta arrivando anche qui ed è un po’ la base del nostro modello di lavoro.
Oltre ad essere “di moda”, è anche un approccio molto sensato. Abbiamo visto troppe volte interrompersi il rapporto per un qualunque motivo e l’azienda perde di colpo competenze e magari una parte di fatturato (addirittura abbiamo visto business manager, il motore delle campagne, rimanere in mano all’agenzia, questo è proprio scandaloso, ai limiti dell’illegale). Capisci il rischio e l’opportunità?